"Sei un aiuto o un ostacolo?"
Sono un aiuto o un ostacolo? E’ questo l’interrogativo che dovrebbe porsi ogni credente!
Troppo spesso il carattere, le gelosie, i mormorii, i giudizi, la poca sensibilità, il senso di superiorità, la presunzione ed anche l’orgoglio, diventano un impedimento nella crescita spirituale e nel rapporto con gli altri. Vi sono nella nostra vita cose buone e cose cattive; fratelli zelanti e pieni d’amore e fratelli che non fanno nulla d’incoraggiante o che fanno soffrire gli altri con il loro comportamento.
Fin dalla creazione Dio si è preoccupato di dare un aiuto convenevole” all’uomo affinchè non si sentisse solo. Se pensiamo ai credenti giovani o meno giovani incontrati nel corso della nostra vita dovremmo chiederci: cosa sono stati per me, un aiuto o un ostacolo? Ma soprattutto cosa sono stato io per loro? Cosa ricordiamo? I genitori hanno pregato per noi e ci hanno insegnato la Parola durante la nostra infanzia? E noi che ora siamo genitori operiamo con la responsabilità che Dio ci ha data? Preghiamo per loro? Il nostro esempio sarà stato d’incoraggiamento? Il desiderio dei genitori è quello di crescere i propri figli nel rispetto e nella sottomissione alla Parola di Dio. L’atmosfera cristiana della famiglia li influenzerà così come l’esempio che i genitori daranno in tutti i dettagli della vita, facitori o soltanto uditori?
Abbiamo colto l’occasione per dire una parola “ condita con sale” come leggiamo in Efesini 4:29 e Colossesi 4:6 o le nostre parole hanno arrecato tristezza a chi le ha ascoltate? Il nostro modo di fare, il genere di vita, sono stati in linea con le cose che professiamo di conoscere e in cui diciamo di credere? Spesso a nostra insaputa le preghiere di chi ci ama sono salite al trono della grazia affinchè Dio ci fosse d’aiuto nel momento opportuno secondo la Sua saggezza.
Esercitiamo aiuto o impedimento in vasto contesto: ambito familiare, amicizie, assemblea locale, mondo che ci circonda. Troppo spesso abbiamo di noi un concetto così alto che ci porta a concentrare i nostri pensieri sul comportamento dei fratelli. Così, invece di contribuire alla loro gioia e al loro progresso spirituale, creiamo con leggerezza problemi di tristezza con le nostre osservazioni. Le cose che diciamo e il modo in cui le diciamo riflettono ciò che c’è nei nostri cuori e che Dio conosce: “L’uomo buono, dal buon tesoro del suo cuore reca fuori il bene; e l’uomo malvagio, dal malvagio tesoro reca fuori il male; poiché dall’abbondanza del cuore parla la sua bocca”. Gli atteggiamenti di insoddisfazione e di critica provengono dal confrontarsi con gli altri! “Voi li riconoscerete dai loro frutti!”; i discepoli non erano che un pugno di uomini eppure in soli settant’anni l’Evangelo si è diffuso in tutto il Mediterraneo e oltre. La cattiva condotta di un figlio di Dio è un impedimento al progresso del Vangelo e può essere un motivo di rifiuto o di caduta per molti. Chiediamo al Signore di operare nel nostro carattere e nei nostri cuori e impegniamoci a voler eseguire i consigli del nostro Padre celeste! Il Signore ci incoraggia ad un cammino che non sarà mai dimenticato!