La riconciliazione - Un imperativo da parte del Signore
Studio 3
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Il perdono non è un’opzione nella vita del cristiano, ma un imperativo da parte del Signore.
Colossesi 3:13 Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi.
Efesini 4:32 Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo.
E deve essere seguito dalla riconciliazione = riammettersi a vicenda, riportando le cose a come stavano prima del problema. Anche il solo atteggiamento di sopportazione nei confronti della fratellanza parla già di uno scontento prolungato e non affrontato: la comunità è un privilegio, un’occasione, una palestra che il Signore ci fornisce, non una “croce” o una palla al piede. Deve normalmente essere luogo e fonte di gioia, di conforto e di servizio attivo. Il contrario non è normale.
Una vita di chiesa che si trascina fra musi lunghi e sospiri, fatta di diffidenza e di non partecipazione, manifesta un chiaro problema spirituale e non può soddisfare nessuno dei partecipanti: ne’ la persona stessa, ne’ gli altri fratelli, ne’ il Signore. Chi ha sbagliato deve pentirsi e chiedere perdono. E gli altri lo devono perdonare e riabilitare.
2° Corinzi 2:7-8 quindi ora, al contrario, dovreste piuttosto perdonarlo e confortarlo, perché non abbia a rimanere oppresso da troppa tristezza.
Perciò vi esorto a confermargli il vostro amore.
Una volta risollevato con spirito di mansuetudine (cioè senza cercare ancora il confronto, senza il desiderio di stravincere, come persone coscienti di poter essere a loro volta tentate nelle loro debolezze), bisogna incoraggiarlo, confortarlo, riconfermargli il nostro amore, aiutarlo a superare la trappola dei rimorsi, in modo che non rimanga schiacciato da una tristezza postuma la quale altro non sarebbe che una efficace manovra del diavolo.
Del tutto controproducente viceversa sarebbe ricordargli regolarmente il suo errore:
Proverbi 17:9 Chi copre gli sbagli si procura amore, ma chi sempre vi torna su, disunisce gli amici migliori.
Dio stesso infatti non fa così con noi.
Matteo 6:5>15 sono le istruzioni di Gesù sulla preghiera. Il Padre Nostro. Insegna che possiamo presentarci davanti a Dio solo dopo esserci messi in regola.
È da collegare strettamente con il discorso di poco precedente in Matteo 5:23-24, relativo all’offerta sull’altare.
Ed è lo stesso principio ribadito in Matteo 18:35, in applicazione della parabola del servitore spietato.
Infine vediamo Giovanni 17:11 dove Gesù, nel mezzo della c.d. preghiera sacerdotale, chiede al Padre di fare in modo che i cristiani siano uno proprio come Lui e il Padre sono uno. Riusciamo a immaginare Gesù e Dio Padre bisticciarsi, farsi il muso, voltarsi le spalle? Se è impensabile per loro lo deve essere altrettanto per noi! Questo è il desiderio del Maestro, questo deve essere lo stile di vita dei veri discepoli.
Siamo umani e può capitare di farsi male a vicenda, lo sa anche il Signore: altrimenti non ci avrebbe fatto scrivere tutte queste cose! Ma non deve mai venir meno la ferma volontà di rimettere a posto le cose, per mezzo della RICONCILIAZIONE. Non è grave cadere: veramente grave è il non volersi rialzare!
La riconciliazione costa, è vero. Ma a chi? Al nostro orgoglio. Alla nostra anima conviene e basta.
Conviene sempre fare come dice il Signore.